Non è sbagliato se ti senti così instabile, nemmeno se ti senti un po’ impotente. Non è sbagliato provare tenerezza per un viso dimenticato, nemmeno se ti ha fatto versare qualche lacrima lungo le guance paffute.
Non è sbagliato neppure chiedere scusa, per qualcosa che hai fatto, per qualcosa che semplicemente hai pensato o anche solo impercettibilmente sfiorato.
Non è sbagliato, sai, sentirsi in colpa, nemmeno quando fa così caldo e te ne stai coperta dalla testa ai piedi perché lo specchio ti ha giudicata, o anche perché alla fine ti piace quello che stai indossando.
Non è sbagliato, poi, ricredersi, così come rimproverarsi, prendersi in giro, inseguirsi, abbracciarsi, sfuggire a interminabili colpi sulla schiena, macigni sulle mani, circostanze e ore perdute.
Non è sbagliato nuotare nella fantasia spesso imperfetta, spesso nascosta dentro spigoli di pelle, spesso indebolita dalla ragione, dalla calma inesistente di qualcosa che non c’è.
Non è sbagliato, so che te lo stai chiedendo, preoccuparsi di stare bene, percepire che ci sei, chiudere gli occhi per eclissarsi un momento, profumarsi i polsi, sentire dietro il collo vibrazioni primaverili.
Non è sbagliato, quindi, essere persona, nemmeno essere pagina bianca, nemmeno essere vanità, docile creatura figlia di un tempo che scorre attraverso le dita.