Parole pensierose

Non ha un titolo, è ciò che penso

Oggi non mi sento particolarmente poetica, in realtà non mi sento così da un po’ di tempo, motivo per il quale sono passati forse mesi dall’ultima volta che ho pubblicato una poesia o un pensiero “pensieroso”, come li chiamo io.

Non mi sento particolarmente poetica e me ne dispiaccio, vorrei poter trovare qualcosa di profondo da scrivere senza risultare banale ma sarò onesta, mi viene veramente difficile.

Sarà che questi giorni sento come una presa allo stomaco che stringe sempre più forte e riesce persino a togliermi il fiato.

Sarà che le notizie che mi circondano mi stanno facendo diventare matta, irrequieta e con una voglia assurda di arrabbiarmi con l’intero mondo, lo stesso mondo che abito ogni singolo giorno della mia vita.

Sarà anche che queste stesse notizie passano dalla televisione, ai telegiornali, ai giornali, alle notizie sul web, articoli, stralci di post, Instagram, Twitter, Youtube e chi più ne ha più ne metta.

Sarà forse che non mi sembra assolutamente possibile che si continuino a sentire casi come quello accaduto il week end scorso a Willy Duarte; ancora non mi riesco a dare pace per quello che è successo, per quello che quel ragazzo abbia dovuto passare, sentire sulla sua pelle a cosa, in quegli attimi, la sua testa abbia potuto pensare.

E così un’altra vita è stata spezzata, nel giro di minuti un’altra persona innocente se ne è andata, ha esalato il suo ultimo respiro, si è reso conto che su quella strada sarebbe morto.

Attorno a lui degli assassini, incapaci di gestire la propria violenza, incapaci di gestire la propria mente, incapaci sostanzialmente di essere umani. Ha prevalso la voglia di violenza, il desiderio di sfogare la loro natura su un altro essere umano, più piccolo, più gracile e indifeso.

Ne ho sentite e lette tantissime riguardo questa notizia e la testa ha cominciato a scoppiarmi lentamente, giorno dopo giorno mi sentivo così pesante da non riuscire più a essere razionale.

C’è chi dice che bisogna chiudere le palestre praticanti le arti marziali, c’è chi dice che erano ragazzi concreti perché lavoravano al mercato della frutta aiutando la famiglia, c’è chi dice che erano pieni ragazze (quindi colpa del genere femminile che non allontanano personalità violente), c’è chi dice che la violenza, per loro, era all’ordine del giorno e non era la prima volta che si comportavano così. C’è chi dice che coloro che hanno ucciso di botte Willy si meriterebbero la sedia elettrica, il gas e altre torture medievali, come se la legge del taglione portasse a soluzione. C’è anche chi dice che era solo un immigrato.

In tutto questo marasma di idiozie, giudizi, gara a chi spara più cattiverie e parole insensate, c’è una famiglia che ha perso un figlio e un fratello, c’è chi ha perso un amico, un compagno. C’è Willy, che era lì per aiutare un amico in difficoltà.

Spesso ci dimentichiamo che tali episodi possono succedere ovunque; non siamo più forti, non siamo diversi, non crediamo che la violenza esista solo attraverso lo schermo di un televisore o solo nelle periferie delle grandi città.

Siamo tutti interconnessi, c’è chi è più fortunato, ci sono quartieri più alti di altri e in questo caso si sottolinea ulteriormente la necessità di non lasciare allo sbaraglio le periferie, dove spesso e volentieri vive violenza e tanto altro.

Il menefreghismo non è mai servito a nulla e mai servirà a nulla; manca l’educazione, manca il rispetto per ogni singolo aspetto del mondo, figuriamoci per le persone; manca l’umanità, l’uso della testa e della razionalità.

Impariamo a chiamare assassini coloro che uccidono a sangue freddo una vita, a prescindere da che cosa votano, che colore di capelli hanno, che musica ascoltano, che tatuaggi hanno sul corpo o se vestono Gucci o Prada.

Impariamo a utilizzare i vocaboli giusti, a contestualizzare le cose, a informarci e non rimanere indifferenti su quanto accade intorno a noi, sebbene non sia a pochi metri da noi.

Mi auguro con tutta me stessa che possa esserci giustizia rispetto a questo caso, come per tantissimi altri passati: purtroppo Willy è uno dei tanti e la cosa fa ancora più schifo.

Mi auguro con tutta me stessa che questo mondo possa migliorarsi e diventare un posto più bello, più consapevole e più rispettoso.

Mi auguro con tutta me stessa che le persone possano migliorare, cominciando a essere umane, perché fino adesso non è stato così.

Mi auguro che la famiglia di Willy possa trovare pace e giustizia.

Non dimentichiamoci di quanto è accaduto, non dimentichiamoci mai.

Non voltiamo pagina in poche settimane.

Il problema è grande, è enorme, è insormontabile.

Giustizia per Willy e speranza per il mondo intero.

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