Femminismo e altre parole

Accettarsi non è obbligatorio

Il titolo potrebbe essere già di per sé un articolo: tutto in una frase, tutta la potenza in quattro semplici parole.

Frase retorica? Banalità? Ovvietà?

Eppure, se sono qui a buttare giù questo pensiero, così semplice e banale non lo è, non lo sarà mai.

L’accettazione di sé è forse uno degli scalini più alti in questa vita; accettarsi in tutto, per come si è, dal corpo alla testa, nulla escluso.

Pare che si debba però riuscire a salirlo, questo gradino. Sembra quasi che debba essere segnato in agenda come “obiettivo del giorno, del mese, della vita intera”; se non sei in grado di accettare te stessa/o, non andrai da nessuna parte, non farai mai niente, non sarai nessuno, non potrai aspirare a fare ciò che vuoi.

Ma, esattamente, dove sta scritto che accettarsi sia sinonimo di realizzarsi? Me lo chiedo da anni e ancora non sono riuscita a trovare una risposta che mi convinca.

Sarebbe bello, inutile negarlo, riuscire ad arrivare a una consapevolezza tale della propria persona da vivere serenamente senza pensieri e senza negatività: sarebbe, appunto (il condizionale esiste anche per questo motivo).

L’accettazione di sé ha mille sfumature e non è obbligatorio raggiungerla tutta, o raggiungerla a blocchi. Si tratta di un percorso complesso, di una crescita interiore così profonda e tortuosa che nessuno può insistere nel dirci come dovremmo o non dovremmo sentirci. La realtà è che bisognerebbe dare molto più peso al provare a farlo, alla forza e al coraggio che ogni giorno riponiamo nell’abbattere qualche insicurezza, nel decidere di non nascondere più quella cicatrice che abbiamo sul viso, di scoprire le gambe se abbiamo voglia e di farlo senza paura del giudizio. Il segreto è la spinta che preme da dentro, il rispetto di ciò che siamo, il costante fuoco che alimentiamo quando, lentamente, ci rendiamo conto di quanto valiamo.

Non è solo estetica.

Non è solo apparenza.

È anche la testa, è forse soprattutto la testa.

La testa che pensa, la testa che parla ad alta voce, la testa che blocca e offusca la vista, la testa che batte sulla razionalità come una goccia infinita: tic, tic, tic, tic.

La realtà è che forse non ci accetteremo mai completamente, o forse sì, magari.

Prendiamoci cura di ciò che siamo, di come siamo; coltiviamo l’attenzione, la gentilezza con il nostro corpo, accarezziamoci i pensieri, proviamo, giorno dopo giorno, a ritagliare il bene che giornalmente diffondiamo.

Cerchiamo di cullarci, di abbracciarci, di non giudicarci sbagliate/i.

Non è obbligatorio accettarsi, ma è fondamentale provare a capire che non siamo poi così male.

Siamo noi a controllarci, siamo noi a sentirci, siamo solo noi a poterci amare completamente.

Non è obbligatorio accettarsi, ma è fondamentale mantenerci in piedi.

Siamo solo noi.

Siamo sempre solo noi.

 

 

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2 commenti

  1. Matteo dice:

    Scrivi molto bene 🙂 E scrivi di rompere regole, su vari livelli, questo fa respirare bene. Grazie

    1. Marta Mancosu dice:

      Ti ringrazio molto, di cuore! Ci provo sempre e apprezzo quando questo arriva 🙂

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