Forse mi piaccio un po’ meno da quando ho calpestato l’orgoglio. Mi piacevo di più senza nulla addosso e quando i colori mi tremavano nelle mani.
Forse mi piaccio un po’ meno da quando respiro e non ci riesco. Ho preteso cambiamenti inaccettabili, ho preteso cieli che nessuno poteva darmi e mi manca sentirne il rumore addosso, mi manca quello spazio che mi ero concessa… e non posso più sdraiarmi sul muro, la stanza si é coperta di paure, i quadri imbrogliati dentro una rete di costanti spicchi di specchi rotti.
Ora mi provo a guardare e chiudo gli occhi perché non mi vedo, mi abbaglio con le mie stesse mani, logorate dalle note di una canzone usurata, cambiata, incastonata e collassata su se stessa come il peggior budino del mondo: lo mangio lo stesso e rinasco, ma mi piaccio un po’ meno.