Vita mia fatti preda di te stessa, in cuore tuo c’è una capanna
ti protegge dal temporale, dal suono di una tromba.
Vita mia fatti logica, fatti furbizia, se sei stanca non crollare
è troppo presto per dormire, giusto il tempo di colorare
angoli di mondo, briciole di stenti, piccoli schiaffi di fango scalfiti.
Vita mia quanta pena tutto attorno, sembra quasi un paradosso
se l’uomo sbaglia non si accorge, se l’uomo vince quanto gode
indifferente dell’ossigeno mancante, egoista della sua ombra prepotente.
Vita mia che cosa strana sopportare, errori, paure, ingiustizie future
sensibilità traballante come il cielo in questo istante, che mi guarda da lassù
quasi a dirmi: “Pensaci tu”.
Vita mia che continui a parlarmi, a stento provi a crederci
crescere, cambiare, sentirsi diversi: non mi riconosci?
Eppure mi guidi, all’orecchio mi gridi soffi spezzati
dondolarsi in questo giorno, percepirsi in fusione
capire chi sei, che sono parte di te, non c’è altra soluzione.