C’è chi dice che tutte le cose accadono per un motivo, per uno strano incastro del destino, per una combinazione astrale sconosciuta, per l’allineamento dei pianeti, per la moneta che cade da una parte, per la luna piena.
C’è chi dice che a volte pensando in negativo si otterranno solo cose negative, che tirarsi la sfiga è un po’ come andarsela a cercare.
C’è chi dice troppo, anche non volendo.
Quante volte avete speso tempo stando bene, condividendo pensieri, parole, risate, canzoni?
Quante volte, nella vostra vita, avete dato fiducia? Quante altre volte, invece, ne avete ricevuta?
Quante volte, per orgoglio, avete lasciato perdere? Quante volte, in cuor vostro, volevate agire?
Accade spesso che questo strano destino faccia il suo corso e non ti lascia il tempo di capire perché certe cose accadono, che cosa sia effettivamente successo, qual è stata la parola di troppo, la stessa che hai voluto sottolineare perché no, non hai bisogno di sentirti giudicata, non ancora, non così.
Ci sono situazioni in cui non è ben chiaro che cosa stia realmente accadendo; situazioni in cui dare il tutto equivale a una manciata di polvere che, granello dopo granello, ti rende solamente più opaca, fino a nasconderti, fino a farti appesantire. “Eppure non mi sembrava così” – hai sicuramente pensato.
Ci sono situazioni paradossali, situazioni che lasci fluire come acqua. Quelle situazioni ti tengono sveglia, ti fanno anche un po’ crescere, ti fanno riscoprire (o scoprire da 0) lati del tuo carattere che pensavi inesistenti, incapaci di ballare insieme alla tua anima così complessa.
Certe situazioni ti tengono a galla, ti fanno sognare, ti fanno divertire e ti spingono ad andare sempre oltre, a prescindere da ciò che deciderai di fare, è come se quella spinta pulsasse costante sotto i tuoi piedi, o attraverso l’onda elettromagnetica che hai tra le mani.
E allora, mi chiedo, di chi è la colpa?
A chi si deve affidare la delusione? È il destino che ci tiene in bilico e ci prende in giro, o sono le persone che scappano non appena perdono l’equilibrio?
E allora, a questo punto, il tempo che hai speso, le parole che hai regalato, la sensibilità che hai sparso e hai raccolto, quella che hai accudito con così tanta cura, non se la merita nessuno? Te la meriti almeno tu?
O forse è troppo? È troppo anche per te?
C’è chi dice che le parole sono da prendere in base alla persona che le proferisce, c’è chi dice che bisogna dare il giusto peso alle cose tutte della vita: ai gesti, ai vuoti, ai silenzi, agli scleri.
C’è chi dice, ma non ti fidi più del dire e rimani qui, ancora una volta, a chiederti dove cominci lo sbaglio, dove nasca l’imbroglio e dove, di nuovo, metti da parte il tuo tempo per gli altri.
Se decidessi, allora, di non seminare più nulla e di tenerti stretto il tuo e unico raccolto?
Se decidessi, una volta per tutte, di non permettere più una parola di troppo? Che sia buona o cattiva, è il troppo senza attenzione che devi smantellare, devi saperlo eliminare, devi avere il coraggio di superare.
C’è chi dice di essere sensibile, c’è chi dice che lo fa per il tuo bene, chi che sei un essere speciale, chi una persona da dovere incontrare.
E io vi dico, ora e mai più, date un peso alla vostra voce e abbiate la cura di riconoscere che c’è sempre chi dice troppo anche non volendo, ma c’è anche chi si eclissa e lascia perdere per sempre.
Il giudizio nascosto è forse la presa di coscienza peggiore del mondo.
Che cosa mangi a pranzo?