Poesia

Specula vocum

Le voci nella testa mi parlano

mi dicono di stare tranquilla

Voltare pagina

Bruciare le immagini e lasciare appesi

I macigni soffocanti.

Suono sconnesso dal cuore cieco

Non c’è nulla da salvare

Se non pigre consolazioni

Di notti appassite a piangere

Prigioni d’acqua e vestiti perfetti

Per la mia incolumità.

Non sanno chi sono

Le persone fingono e pretendono

Che una linea di vocali possa non finire

Eppure, io, rompo gli argini e mi inginocchio

Dove tutto intorno piange giacigli cerulei, artifici nascosti

Dentro una palpebra che non sa di niente.

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