A volte c’è bisogno del silenzio.
In certi casi, dovrebbe essere d’obbligo, istantaneo, acceso e lasciato alimentare.
Ci troviamo immersi in un mondo di parole, dove chiunque può esprimere qualcosa, quando e come vuole. Non importano le circostanze, non importa il tempo e non importano neanche le persone: chiunque parla.
Parla chi non ne sa niente, parla chi ne sa troppo, parla la timidezza, parla l’ignoranza, la costante spinta di dire qualcosa.
Avete mai provato ad ascoltare il silenzio?
Avete mai sentito parlare il mondo, là fuori?
Avete sentito che rumore è in grado di generare, un minuto di assoluto silenzio?
Ci sono circostanze in cui è necessario ascoltarlo, il silenzio; circostanze in cui bisogna imparare a viverlo, rispettarlo, farselo amico stretto.
Esistono momenti in cui è strettamente necessario, momenti che forse non vorremmo mai vivere ma che ci colpiscono talmente forte che è d’obbligo iniziare a praticarlo, questo silenzio.
Lasciamo semplicemente che vibri da sé, lentamente, a ogni singolo respiro.
Lasciamolo scorrere tra la pelle, dentro i vestiti, lungo le vene, tra i muri delle nostre case.
Rispettiamo con cura il tempo in cui siamo, rispettiamo con cura il rumore delle altre persone che oggi non siamo noi, per un caso fortuito dell’universo.
Il rumore altrui che fa paura, che devasta gli animi, che vorrebbe avere modo di cessare e diventare silenzio benevolo.
Cerchiamo, con tutte le nostre forze, di praticare il silenzio per trasmettere un messaggio.
Cerchiamo, con tutte le nostre forze, di parlare solo con cognizione di causa.
Non siamo obbligati/e a proferire parola, non ne abbiamo bisogno, non ce n’è proprio bisogno.
Viviamo il rispetto in silenzio, proviamo, per una volta, a distenderci e ascoltare.
Proviamo, nel concreto delle azioni, a fare qualcosa.
Il rispetto.
La vicinanza.
L’aiuto.
Perché le troppe parole, in tempi come questo, non servono a nulla.