Sfumature

I giorni passano e i colori cercano

una nuova occasione di contrasto tra di loro.

È il silenzio di quei giorni che cambia la prospettiva

dei tempi che verranno;

quel colore chissà se raggiungerà l’orlo del burrone

per poi cadere e mischiarsi a tutti gli altri, formando

una specie di arcobaleno dei mondi!

E quell’arcobaleno sarà forse l’inizio

di nuovi sorrisi sinceri, disturbati solo da una piccola lotta

tra singhiozzi e pianti umani.

I giorni, però, passano veloci,i colori sono mischiati,

i sorrisi sempre più sinceri e…la voce della vita?

Saranno forse i sogni, i desideri più nascosti

ad aumentare il coro soave

che compone note e musica perfetta?

Bastano solo gli accordi e la voce partirà da sola, non riuscirà a fermarsi,

l’arcobaleno la terrà così in alto da farla volare via.

Come una soffice piuma vaga nel cielo, così quel canto sarà infinito,

forse nascosto, ma pur sempre infinito.

Ginevra

Grande forza
Indelebile sguardo
Nodo indissolubile
Eterea emozione
Vastità d’animo
Riso prezioso
Ancora d’amore

Un piccolo puntino di cielo che piano piano sale e si fa strada in un mondo che sempre più spinge per buttarci a terra.

Una stella in un cielo così vasto che quasi si perde tra le altre, ma la sua forza è tutto, forte come il vento di questa serata di un Dicembre a metà del suo corso.

Un puntino sottile, quasi trasparente, qualche scintilla dorata gli fa da sfumatura e lentamente sale.

Vederlo da quaggiù è come essere in un sogno: brilla, pulsa, brilla, sale..

La salita è ripida ma la strada sempre più libera, il cielo sempre più limpido; profumo di stelle.

Una bellezza che cresce, che sprigiona bagliori del colore del cuore; sale..

Stringe quei petali appena nati e finge di aggrapparsi alle nuvole nuove, stringe con costanza e sale.

Cambiamenti rapidi sui contorni, respiri profondi, costantemente fissi sull’infinito.

Un piccolo puntino di cielo che vale più di mille pianeti, più di mille satelliti o tramonti.

Un piccolo puntino di cielo: tu per sempre.

Semi

Troppo tempo andato perso,
cercando le parole,
mentre la faccia è una,
forse ti sei arreso.
Non cambiare mai
amico mio.
Gli occhi che tu vedi
non son quelli che uso;
alcuni pensan sian nel petto,
altri nella testa,
io ne sento due
e puoi chiamarlo tatto.

Sono entrato nel bicchiere.
Ho bevuto le mie mani.
Innamorato del cemento.
Annusato pure il vento.

Autore: Gabriele Mancosu