Dentro, un clima strano, paradossale, indefinito.
Fuori, l’abisso e la tempesta come iperboli di me stessa.
Linee e ombre, ricce curve, segni insicuri
Forse guardando in basso, sentendo caldo il respiro
Raccogliendomi dentro, tagliando fuori tutto il resto.
Dentro, infinite mancanze per mancati ricordi.
Fuori, deboli fiamme, antitesi che colpiscono.
Senza essere nemica di sguardi, ragion d’essere
Amo per la mia pelle e arma per chi si ferma e – sincero – mi parla.
Hai dimenticato, almeno un po’, chi vorresti essere?