Ero qui, sono sempre stata io, farmi da padrona, farmi sbagliata, con addosso un’instabile corona, privo di luce uno specchio dietro una piccola grata.
Ero qui, sono sempre stata qui, guardami crescere, talvolta ondeggiare, su onde leggere al di là di questo mare infame, coprirlo, sentirlo, una volta colpirlo con le mani non sarebbe bastato a incollarlo, maledirlo.
Ero qui, sono sempre rimasta intatta, da una maschera di ferro per poco soffocata, lungo un viale di gigli smarriti, ovunque nei vicoli perfino bruciati, sentiti, cuciti, risucchiati, scolpiti.
Ero qui, sempre e solo qui, volgendomi indietro a ricordare il tempo perduto a raggiungere la mia me blu notte, un abito cresciuto, piaciuto, inconsciamente sbattuto. Dove sei ora? Ero qui, ero qui… chiamami ancora
senza risuono, rintocco, pennellate d’aurora.
Mese: Giugno 2019
Giugno passivo
A volte abbiamo bisogno di alcune parole per chiuderci nella nostra pace interiore. Un addio improvviso, un’offesa che non ci aspettavamo o semplicemente uno sguardo che prima bruciava e scioglieva ma che adesso, dopo quelle lettere scandite e scolpite, piano piano comincia a tremare, a sciogliersi nella terra bagnata. Come perdere se stessi in una… Continue reading Giugno passivo
Dentro una capriola
Pulsare, con il sangue alla testa, giù, su, destra, sinistra.
Attimi veloci scorrendo se ne vanno, accumulano pezzi e ne distruggono altri.
“Ti saresti immaginata tutto questo?” sento in lontananza e non riesco a rispondere.
Quadri dipinti male, sparsi di spruzzi ridicoli, quasi finti, piccole cuciture poco resistenti e al limite del paradosso riescono -però- a bloccarmi il respiro e lo tentano queste micro sfumature e sbavature quasi impercettibilmente troppo nitide.
“Ti saresti immaginata tutto questo?”, sussurrando, sciogliendo il sapore tra le mani, vederlo scomparire, lasciarsi mangiare.